top of page

 

Composizione (scherzosa, ma non troppo)

nata su commissione, in occasione

 di un Simposio tenuto da Gianfranco Cerri

sulla Fisica Quantistica, dato che egli esplicitamente

 chiedeva una poesia che, facendo l’occhiolino a Planck,

 tentasse  di fare il bastian contrario dell’“Infinito”

di Giacomo Leopardi 

 

                                     L’infinito inverso, secondo l’anonimo veneziano

Odioso colle dell’infanzia mia,

spinose siepi oltre le quali veggio

liberamente il mar che tocca il cielo.

Eppur, girando avanti e indietro questo calle,

mi par stretto lo spazio e rumoroso il mondo,

così che nel mio còr coraggio infondo.

E quando il vento passa senza voce

quel silenzio al mio fragòr compàro

e dei ricordi miei divento ignaro.

Angustia blocca il corso dei pensieri

verso il domàn e le stagion di ieri.

Poco so dir, ma vedo che nel nulla

               planckamente si nasconde il tutto            (1)

e che se provo a misurar il mondo

           o l’uno o l’altro in grave error sprofondo.     (2)

La vita è una pozzanghera tapina

ove il remàr è assai aspra contesa

restando sempre dove stavi prima..

 

                                                                                           Ariccia 2012                                               

 

Note:

1)       Al di sotto di una certa infinitesima grandezza (definita come “scala di Planck”), le leggi della Fisica Classica  perdono validità. In tale regione il nulla non esiste e un centimetro di spazio vuoto contiene un’energia pari a oltre dieci alla novanta erg, sufficiente per costruire un intero universo.

2)       Il Principio di Indeterminazione di Heisenberg afferma (in maniera ineluttabile) che, quando si cerca di conoscere la posizione di una particella sub-atomica nello spazio, l’errore che si commette è tanto maggiore quanto più grande è la precisione utilizzata per tentare di calcolarne la velocità. E viceversa.

 

bottom of page