SERGIO BEDESCHI
pilota, aspirante scrittore, matematico dilettante
Composizione (scherzosa, ma non troppo)
nata su commissione, in occasione
di un Simposio tenuto da Gianfranco Cerri
sulla Fisica Quantistica, dato che egli esplicitamente
chiedeva una poesia che, facendo l’occhiolino a Planck,
tentasse di fare il bastian contrario dell’“Infinito”
di Giacomo Leopardi
L’infinito inverso, secondo l’anonimo veneziano
Odioso colle dell’infanzia mia,
spinose siepi oltre le quali veggio
liberamente il mar che tocca il cielo.
Eppur, girando avanti e indietro questo calle,
mi par stretto lo spazio e rumoroso il mondo,
così che nel mio còr coraggio infondo.
E quando il vento passa senza voce
quel silenzio al mio fragòr compàro
e dei ricordi miei divento ignaro.
Angustia blocca il corso dei pensieri
verso il domàn e le stagion di ieri.
Poco so dir, ma vedo che nel nulla
planckamente si nasconde il tutto (1)
e che se provo a misurar il mondo
o l’uno o l’altro in grave error sprofondo. (2)
La vita è una pozzanghera tapina
ove il remàr è assai aspra contesa
restando sempre dove stavi prima..
Ariccia 2012
Note:
1) Al di sotto di una certa infinitesima grandezza (definita come “scala di Planck”), le leggi della Fisica Classica perdono validità. In tale regione il nulla non esiste e un centimetro di spazio vuoto contiene un’energia pari a oltre dieci alla novanta erg, sufficiente per costruire un intero universo.
2) Il Principio di Indeterminazione di Heisenberg afferma (in maniera ineluttabile) che, quando si cerca di conoscere la posizione di una particella sub-atomica nello spazio, l’errore che si commette è tanto maggiore quanto più grande è la precisione utilizzata per tentare di calcolarne la velocità. E viceversa.