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IL SIMPOSIO DI LAVINIO E LA MATERIA OSCURA

Al Simposio di Lavinio, il 3 aprile, ha avuto luogo la seconda puntata sull’Astronomia. Questa volta si racconta la storia dell’Astronomia a partire dai tempi più remoti. Ma questo non impedirà ampie escursioni nella scienza contemporanea e in quella prossima futura, nonché visioni in diretta della volta stellata proiettata su uno schermo davanti agli occhi di tutti. Il relatore, Sergio Bedeschi, comincia perciò dalla fine, desideroso di fare partecipi gli ospiti degli ultimi grandi avvenimenti della scienza: in particolare riferisce e illustra ciò che il telescopio Keplero, che staziona ad alcuni milioni di chilometri dalla Terra, è stato in grado di rivelare sulla storia del nostro universo, appena poche settimane or sono, proprio il 21 marzo 2013. Keplero ha infatti misurato, ancora una volta e questa volta con definitiva precisione, la temperatura della radiazione di fondo della frontiera estrema dello spazio in espansione, in perfetto accordo con le teorie del Big Bang. Tale temperatura soltanto di 4 unità Kelvin al di sopra dello zero assoluto (cioè  - 273,15° sotto zero, limite minimo di ogni possibile realtà), ci informa con certezza che l’età del nostro universo è di 13,8 miliardi di anni. Tali dati confermano inoltre che, contrariamente a quanto si credeva nei decenni passati, l’espansione sta avvenendo con effetto accelerato, imponendo così l’esistenza di una nuova componente del suo divenire. E cioè quella materia oscura che, assieme all’energia oscura, occuperebbe oltre il 95% dello spazio, relegando la materia ordinaria di cui siamo fatti ad una percentuale inferiore al 5% del tutto.

 

LUCREZIO POETA E SCIENZIATO

Com’è nello stile del simposio si sono accostati argomenti scientifici con brani di letteratura e poesia. Largo spazio è stato dato a Lucrezio che, nel suo “De rerum natura”, scritto nel primo secolo a.C., è riuscito a dare al mondo una delle testimonianze più suggestive di come si possa raccontare la scienza tramite la poesia. Grande impressione ha fatto tra gli ospiti il vedere come il poeta latino sia stato capace, osservando il sole e le stelle, di porsi ogni tipo di domanda sui movimenti degli astri, cercando e spesso riuscendo a dare ragionevoli risposte, ben oltre i limiti delle modeste conoscenze scientifiche del suo tempo.

 

LEOPARDI E COPERNICO

Parlando di Copernico e della realtà eliocentrica del nostro sistema solare, il relatore ha trovato il pretesto per divertire (è la parola esatta) gli amici leggendo alcuni passaggi del dialogo tra il Sole e Copernico, tratto dalle Operette morali del Leopardi.

Come si ricorderà il poeta di Recanati si dilettò a raccontare una ipotetica e vivace conversazione tra il Sole, le Ore del giorno e lo stesso Copernico, immaginati proprio nel momento in cui le nuove scoperte scientifiche scuotevano la cultura del mondo annunciando che “da oggi in poi, sarà la Terra a preoccuparsi di girare attorno al Sole e non viceversa”.

Come accade sempre quando si è in contatto con le Operette morali, il linguaggio ironico e istrionico, oltre che diligentemente scientifico, del poeta (qui così lontano dalla sua consueta celebrazione del dolore) non cessa di sorprendere e ammaliare con una capacità di intrattenimento davvero impagabile.

 

UN PICCOLO PLANETARIO FATTO IN CASA

Armato di un normale computer e di un opportuno quanto semplice programma sulla Meccanica del cielo, Bedeschi ha poi proiettato su un piccolo schermo la volta celeste, spiegando i riferimenti essenziali e i moti principali degli astri.

In tal modo ciascuno ha potuto rinnovare alcuni ricordi accademici circa le coordinate uranografiche, l’eclittica solare o la precessione degli equinozi, avendo modo di verificare in diretta tutti quegli straordinari eventi, grazie alle sintetiche  e chiare spiegazioni che le immagini statiche o dinamiche proiettate consentivano.

In particolari si sono viste le ragioni per le quali la Precessione degli equinozi (legata all’instabilità della rotazione dell’asse polare) causa lo spostamento del segno zodiacale per ciascuno di noi, completando la sua rotazione in 26.000 anni.

Altro fatto di grande stupore è stato il vedere in diretta, durante lo scorrere accelerato del tempo in avanti e all’indietro consentito dai prodigi del computer, che la posizione del polo nord celeste, ora occupato dalla stella polare, era in realtà, 5.000 anni or sono, occupato dalla stella Tebhan della costellazione del Drago, nel mentre che tra 12.000 anni sarà occupato dalla stella Vega della costellazione della Lira, oggi distante ben 45° gradi di arco di cerchio.

 

PROSSIMO APPUNTAMENTO

La storia dell’astronomia raccontata ha abbracciato l’arco di tempo che va dalle sue lontane origini del terzo millennio avanti Cristo, sul Tigri, l’Eufrate e il Nilo, fino al XV° secolo con le scoperte di Copernico.

Il prossimo appuntamento, previsto per il 22 maggio prevede, oltre che il proseguimento di questo affascinante “racconto”, anche una piacevole appendice per osservare dal terrazzo di Giuliana (tempo meteorologico permettendo) i principali oggetti celesti attraverso un telescopio.

                                                                                                           Il Simposio di Lavinio

 

Mercoledì 27 febbraio 2013, ore 17,00. Questa volta il Simposio di Lavinio va tra le stelle! A due passi dal mare, in via delle Orchidee 61, Lido di Cincinnato, nel salotto di villa Bellorini Molosso, dove si raccolgono gli amici convenuti all’ormai periodico incontro, risuonano le note di “Starry starry night”, la struggente melodia che Don McLean scrisse per celebrare i cieli stellati, il dolore e la morte di Vincent Van Gogh. Un breve e lirico pretesto per introdurre la lettura di un’accorata poesia di Ettore Molosso, il compianto mèntore di questa incredibile iniziativa (ormai decennale) che è il Simposio di Lavinio. Poesia che, neanche a dirlo, parla di cielo e di stelle. Chi legge e tiene banco oggi è Sergio Bedeschi, non nuovo a queste avventure letterarie e scientifiche sui lidi di Lavinio. Alcune “new entry” (cioè ospiti nuovi), vengono, come sempre, salutati a parte: oggi, tra loro, graditissima, Anna Stella, la giovane direttrice della Galleria d’Arte “La Fenice” di Anzio. Il titolo della giornata è: “Come guardare il cielo”. Finalmente dunque! Perché pare che in dieci anni di attività, per ragioni assolutamente casuali, questo tema sia stato del tutto trascurato, mentre ora con questa iniziativa si darà il via a una serie di puntate ivi comprese quelle che prevedono l’osservazione diretta del cielo notturno sopra il mare di Anzio e di Nettuno, da farsi proprio dalla terrazza qui sopra di noi ovviamente quando sarà più caldo. E, sottinteso, anche facendo uso di telescopi, astrolabi, mappe e planisferi che già oggi stanno facendo bella mostra di sé davanti agli ascoltatori. Una conferenza d’alta scuola, dunque? No, per carità, molto, molto meno. Meglio dire una casereccia galoppata tra le stelle, nella quale si racconterà come si osservano, si misurano e si contemplano gli astri del firmamento. “Astronomia per dilettanti” è infatti il sottotitolo che lascia intendere che ognuno cercherà di dare il meglio di sè, l’oratore nel presentare i suoi argomenti, gli uditori nel riprendere le vecchie reminiscenze scolastiche, magari aggiornandole con gli ultimi eventi della scienza. Così tra coordinate azimutali e uranografiche, tra leggi di Keplero e Precessione degli equinozi, è tutto un percorrere i capitoli centrali della Meccanica celeste e della storia del nostro Universo. Né, di fronte ad alcune immagini proiettate, mancano i richiami letterari come i versi del Foscolo dedicati ad Elettra o quelli dello stesso parlatore rivolti alla costellazione di Orione. Poesia e Scienza, nello stile e nella tradizione del Simposio. Per non dire delle saghe e delle leggende raccontate ogni qual volta sul piccolo schermo di proiezione appaiono le diverse costellazioni, scelte tra le più popolari e fascinose quali La Chioma di Berenice, Cassiopea o la Croce del Sud. E si finisce con la fantasmagoria delle superbe immagini catturate, lassù, dal telescopio spaziale Hubble che da oltre vent’anni gira sopra le nostre teste a seicento chilometri di altezza. Una serie di fotografie radio-telescopiche di unica bellezza che riprendono le galassie attorno a noi, per la prima volta nella storia dell’umanità. Grande partecipazione e grande attenzione da parte di una platea che pare non essersi stancata nelle ben due ore e mezza di chiacchierata. Prova ne sia il fatto (per altro del tutto inedito) che ha visto alcuni giovanissimi presenti tra gli adulti porre un fuoco di fila di domande stimolanti e provocatrici non solo sulle leggende raccontate, ma anche sui temi più scientifici e impegnativi della Meccanica celeste. Sadeep, Vito, Dalila, alcuni dei nomi dei piccoli indagatori. Tra le curiosità, stupore ha suscitato il sentir dire di come, sulla base della Precessione degli equinozi e del conseguente scorrimento del Punto gamma, vi sia uno slittamento delle costellazioni dello Zodiaco, tale per cui ciascuno di noi non può più vantare il tradizionale segno zodiacale che una cattiva e imperfetta conoscenza del cielo gli aveva assegnato oltre tremila anni or sono. Infatti, dati scientifici alla mano, colui che per esempio pensava di appartenere al segno dell’Ariete è, alla faccia dei dogmi astrologici, transitato lentamente nel segno dei Pesci, orientandosi nel tempi più recenti addirittura verso l’Acquario. La serata si è chiusa, come di consueto, con un piacevole spuntino e una bevuta di spumante organizzati da Giuliana, nonché con un arrivederci alla prossima puntata.

                                                                                                                                                     Sergio Bedeschi, un simposista di Cincinnato

 

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